Presunto colpevole by Marcello Sorgi

Presunto colpevole by Marcello Sorgi

autore:Marcello Sorgi [Sorgi, Marcello]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Historical
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2020-01-13T23:00:00+00:00


Capitolo 4

«Becchini, bugiardi ed extraterrestri»

Saranno stati i primi giorni di giugno 1992, l’anno dell’arresto di Mario Chiesa e dell’inizio di Tangentopoli, del successo della Lega alle elezioni con il forte vento dell’antipolitica che soffia nelle urne. L’anno terribile della strage di Capaci che irrompe in un Parlamento bloccato e incapace di eleggere il presidente della Repubblica. La tempesta che si è abbattuta sulla politica ha messo fuori gioco i due candidati forti al Colle, Andreotti e Forlani. Alla ventunesima votazione delle Camere riunite, sull’onda dell’emozione sollevata per l’uccisione di Falcone, della moglie e della scorta, il 25 maggio è eletto Oscar Luigi Scalfaro. Craxi lo ha votato, contro il parere di alcuni suoi compagni, «perché è stato per quattro anni il mio ministro dell’Interno». Sono in tanti a chiedersi se in nome di questa lunga collaborazione, il nuovo capo dello Stato vorrà onorare la promessa fatta dalla Dc al leader socialista: riaprirgli la strada della presidenza del Consiglio, lasciata il 17 aprile 1987. Un appuntamento che, come tutto, è tornato in discussione.

Padre e figlio, Bettino e Bobo, sono distesi sulle sdraio della spiaggia dell’Hotel Sheraton di Hammamet. Per ripararsi dal sole, Craxi ha in testa il suo vecchio cappellaccio dell’Afrikakorps. È la prima vacanza dopo un periodo furioso. Con lo sguardo verso l’orizzonte, si godono il tepore di inizio estate e la vista di un mare blu e calmissimo. D’improvviso, rompendo un silenzio meditabondo, Bobo chiede al padre quante speranze abbia realmente di ricevere l’incarico da Scalfaro. La risposta è immediata: «Non hai capito che mi hanno fatto a pezzi?» Bobo sta per introdurre un’altra domanda, ma Bettino riprende: «C’è solo il problema di come sistemare le cose. Vedo avanzare un movimento che non mi è ancora chiaro».

Non sa bene cosa stia accadendo. Ma il suo istinto politico gli fa percepire un vento sfavorevole al suo ritorno al governo. Dell’inchiesta di Milano, di cui già si sente dire in giro che potrebbe coinvolgerlo, non si preoccupa piú di tanto. Ma avverte «una sorta di nuovo fascio», che punta a impadronirsi del potere.

È per tutti questi presentimenti, pensa Craxi mentre parla con il figlio, che Hammamet, la sua casa sulla collina di Route El Fawara, è l’approdo ideale.

È stato qui che nel 1987, dopo le dimissioni da Palazzo Chigi, ha cominciato a preparare il piano della riscossa che mai ci sarà.

Le consultazioni al Quirinale sono imminenti. Non sarà una sorpresa, per Craxi, sentirsi dire da Scalfaro che, non essendo remota l’ipotesi che i magistrati di Milano vogliano coinvolgerlo nelle indagini, forse è meglio che passi la mano.

Il primo avviso di garanzia firmato da Antonio Di Pietro, l’uomo simbolo del pool di Mani Pulite, gli arriva il 15 dicembre. Non ci sono ancora le prove ed è già un bersaglio. I piú lo scansano. Non lo consultano. Lo fanno sentire come un morto che cammina. Due mesi dopo, l’11 febbraio ’93, si dimette dalla segreteria. Al suo posto, ma per poche settimane, andrà Giorgio Benvenuto. E poi Ottaviano Del Turco, che decide



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